La storia della Valcamonica inizia durante il periodo preistorico con la fine dell’ultima glaciazione, la cosiddetta ‘glaciazione Würm’, che si ritirò circa 15 mila anni fa scavando l’ampia vallata che vediamo oggi. La popolazione pre-indoeuropea dei ‘Camunni’, come i Romani li avrebbero chiamati in seguito, iniziò a stanziarsi nell’area solo nel Neolitico, lasciando – prima come nomadi visitatori, poi come veri e propri abitanti della Valle – moltissime delle incisioni rupestri che rendono la Valcamonica un patrimonio dell’umanità.
Fra il XVI secolo a.C. e il 476 d.C. la valle fu occupata dai Romani che garantirono agli abitanti ampi spazi di autogoverno. La latinizzazione dei Camuni fu rapida, complice anche la politica dei Romani i quali conferirono a tutti gli abitanti della valle la cittadinanza. Già durante l’epoca romana, tuttavia, la Valcamonica fu oggetto di incursioni barbariche: la caduta di Roma vide l’arrivo degli Eruli prima e degli Ostrogoti poi, che lasciarono una scia di morte e distruzione nella valle.
I Longobardi governarono l’area fino al 774 d.C. per lasciare poi il posto ai Carolingi che la diedero in dono all’abbazia di Marmoutier. Furono i benedettini a portare nella zona fede e usanze cristiane.
Intorno all’anno Mille il senso di autoidentificazione ed autonomia che caratterizzava ormai gli insediamenti della Valle portò alla nascita delle cosiddette ‘Vicinie’, un’associazione di vicini. Dopo il 1164 compavero le prime comuni con il permesso dell’imperatore mentre nel 1428 la Valle fu annessa alla Repubblica di Venezia, mettendo fine a una lunga disputa per il controllo della zona fra la città lagunare e Milano.
Nel 1769 Brescia fu conquistata dai Francesi: la Valcamonica prese il nome di ‘Cantone della Montagna’ e fu suddivisa in sette cittadine. Agricoltura e allevamento segnarono un declino durante l’epoca Napoleonica. Nel 1861 Valcamonica venne annessa al Regno d’Italia. Durante la prima Guerra mondiale fu teatro di molti scontri, come la Guerra Bianca in Adamello. .
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